lunedì 30 gennaio 2012

  


La confusione può essere uno stato mentale molto creativo.
Di fatto, può agire come veicolo per aprire la mente delle persone.
La dura conchiglia della certezza può essere mandata in frantumi.



Buongiorni signori.
Sono i giorni della merla. 
Che il freddo vi congeli i cattivi pensieri.








   


   


sabato 28 gennaio 2012

FOLGARIA RULEZ. Gente in fissa.

 
 

C’è gente matta che passa per le piste di Folgaria. Ma matta davvero. Di quelli matti che riescono anche a salvare le persone. Ma non solo portandole giù in toboga. Di quelli che salvano le persone a suon di birre e gin lemon bevuti. C'è chi dice che è uno zoo, chi li definisce persone dal cuore buono, chi passionari che viaggiano sotto un cielo di fiocchi di neve. Forse solo uno studio antropologico di quelli meglio riusciti dal creatore. Se sei diversamente abile a sciare, se sei liberamente impegnato, se sei gente che può miagolare via ponte radio, è casa tua. È un gruppo e una famiglia. Il nonno il maestro sapiente il divulgatore il pianificatore l'anima indispensabile - e non solo della festa – il segno degli occhiali la fracci delle nevi chi si infila in pini e chi in quelle maledette reti rosse chi prende residenza negli stanzini chi spernacchia da remote caverne via radio chi ci abbaia. Sono molti questi eterni ragazzi delle nevi. Ne passano molti davvero da più di quarant'anni. Se c'è il sole si va al noto. Se nevischia si va al noto. Se c'è freddo, al noto. Per la colazione, al noto. Per l'ultima birretta, al noto. Per i saluti di fine anno, al noto. Per campo base, al noto. Gentilezze e saluti e cordialità sempre e per tutti perché qui il sorriso è nel Dna. E la battuta sporca ragion necessaria. Questi ragazzi sono di buon cuore in verità, e dedicano alzate molto davvero molto presto nel mattino, kilometri in martinella e sorrisi a chi ruzzola tra le nevi troppo bagnate e boschi perdutamente vivi. Non bisogna mai dimenticarlo. Sono matti da legare questi ragazzi gatti mostri sorci porci delle nevi. Dovete stare bene attenti, perché vi salveranno. Ve la faranno sotto il naso tra un bicchiere vuoto e un palla di neve. E se non riusciranno ad arrivare sino alla profonda anima, a quello ci penserà il tramonto sulle montagne. Benvenuti in famiglia.



    
  

   


È I L P R E Z Z O D A P A G A R E P E R C H I V I V E C O M E N O I .





    
  

venerdì 27 gennaio 2012



La speranza non è certo quel che manca ai marinai.


 
  


  La prima volta che ti imbarchi è importante quanto
la prima ragazza con cui sei andato a letto.
Se non di più. La stessa paura. La stessa vertigine.
Tranne che di quell'amore, non appena lasciato il porto, 
sai che non te ne libererai mai più.



Jean-Claude Izzo, Marinai Perduti
  


 
 

martedì 24 gennaio 2012

La bellezza ci può trafiggere come un dolore.



È mattina. Specchio. Dio. Come ogni mattina. Serve la mia tazza di caffè col cordino che profuma ancora di maestrale anche solo per rispondere a tua madre che come ogni mattina ha voglia di far conversazione. Pane con l'uva. Nella testa rimbombano melodie di violini. Ma sono violini e fuori c'è il sole.

Hai presente quando ti stai guardando, sei di fronte a te stessa, ti fissi tra gli occhi e il pensiero. Ti sfidi con quell'arroganza e fierezza di cui solo tu sei capace. E vedi esattamente chi sarai fra un pugno di anni. iPad e penna, sempre uguale dai tempi del liceo.
Ed è esattamente li che decidi di cambiar rotta. È lì che fai un passo di lato. Sei fuori dalla mia portata perché sei esattamente alla mia portata, razza di ragazzina già cresciuta. Ma ora mi sposto ed esco dalla tua vista. Vita tu non mi freghi.

È un mondo veloce che non ha tempo per raggiungere i sogni, è un mondo in cui non credere, credere è difficile anche solo nelle persone. Come si fa a voler vivere se questo è un mondo dove si può solo sopravvivere?
È passion che brucia le anime, sono pensieri inespressi e sogni da rincorrere. È tutto qui.
È la prospettiva di come guardi la vita, che cambia la vita.

Siamo solo noi con le nostre passioni.
Siamo soli.
A sfidare la vita.
Questo è tutto, signori.

Podeis destrozar todo aquello que veis,
porque ella de un soplo lo vuelve a crear.
La bellezza ci può trafiggere come un dolore diceva Thomas Mann.
È esattamente qui che voglio arrivare.


  

venerdì 20 gennaio 2012



  
Che un anno in più si spense
E fu la notte che incontrò il giorno
Poi nel buio le tue mani
L'ira del pelide
Avevi tu il più bel sorriso al mattino
Cambierà nome pure l'universo,
diventerà diverso.
Parla senza aprir bocca ma viene da lì
all'incrocio dei ferretti del reggiseno
dove il respiro incontra il battito del cuore
si sta arrotolando su sé stesso:
Buon venti gennaio
Quest'anno arrivano così, orso.
  

  

mercoledì 18 gennaio 2012

attenti a quella linea.




È vuoto.
Non è vuoto tutt'intorno
nemmeno vuoto dentro.
E forse non è vuoto.

È una linea.
Che attraversa tutto
impercettibile alla vista
tagliente come ghiaccio su pelle.

Se ci fosse una guerra ora
che tutto distrugge
vorrei essere
qui
con.
Ma non corrisponde.

Acqua sotto i ponti e aria sotto il naso
un profumo che passa e non tornerà.

Non sto scappando
per ora
ed è un bene.

Evito legnate sui denti con l'abilità di un trapezista
mi destreggio tra aspettative che copro con un lenzuolo
ballo su mille biglie colorate.

Mi s-doppio e s-triplo
sorriso beffardo biglietto da visita
ti sfuggo vi mollo non mi scappa nulla
non giocare con il fuoco
bisogna pur combatterla in qualche modo questa vita

torpore pallido
e sole d'inverno fuori,
bomba ad orologeria dentro,
buongiorno mondo.

  

martedì 17 gennaio 2012


 
Buon inverno a tutti.
Fa finalmente freddo.
Io voglio andare a New York.


  

lunedì 16 gennaio 2012


che freschezza. che leggiadria. e non è nemmeno primavera.


  

sabato 14 gennaio 2012

Istante che diventa infinito.

 
Ci sono momenti che ti entrano nel cuore e basta. Non sono fatti per crearci attorno una storia, ma sono fatti per entrare li dentro e restarci. Storie a se stanti. Sono quei momenti in cui la vita vale la pena di essere vissuta. E basta. Nient'altro da aggiungere. Sono sabbia fine occhi che si illuminano risate sonore. Sono birrette in compagnia sono nuovi amici. Sono vecchi ricordi sono anni passati che di colpo ritornano sono fuochi in camini dimenticati e canzoni che risuonano nell'angolo della parete. Sono neve fresca. Visi che non dimenticherai. Storie nemmeno. L'istante che diventa infinito.

Perdersi.
E prendersi.
Come l'asino e il bue.

La mia valigia ha visto più case di te. Tutto vale la pena. E la candela. Imprese impossibili e sprechi di tempo. Discorsi che non hanno ne senso ne suono, ne capo ne coda, ne testa ne gambe. E righe e righe. Righe scritte, righe lette, righe fatte con le penne biro trovate, righe righelli e risini. Assenza presenza beata permanenza. Robe da matti robe da gatti robe da gotti. Siamo un cesto dove entra di tutto e tutto rimane, non è tempo di tagliare, oggi proprio no.

Gioco a dadi con il destino.
Fuggo rifuggo e centro il punto.

E allora caffè nero bollente. Perchè stasera non ci sono discorsi complessi da fare ma è solo tempo di quel tempo per aspettare l'alba. È davvero tempo di una nuova valigia, anche.




  

venerdì 6 gennaio 2012

è l'ora di quel the delle cinque

  






Amata
come tutte le donne che hai mai potuto e voluto amare
hai amato il mio cuore zingaro

sei ingombrante come la luce del sole
sei l'aspettativa come la notte che giunge
sei su e giù per lo stomaco

non potrò mai dirti
il segreto nutre
il segreto nutre la curiosità
la curiosità nutre il nostro cervello
il nostro cervello ordina il nostro cuore
il nostro cuore che resterà segreto
il cerchio è chiuso

è l'ora di quel the delle cinque che sempre torna

l'infinito è esattamente al di là di quella dannata siepe.


 

giovedì 5 gennaio 2012

è tutto sul tavolo.



C'è nebbia. Ovunque. O forse è solo l'umidità di una doccia calda.
Natale impegnativo quello duemilaundici. Rivoltarsi come un calzino.
Regali che arrivano in anticipo e regali che arrivano in ritardo, regali che non arrivano mai.
È tempo di conti, che poi l'ho già detto, ma si conta in questi giorni. Tutto: albe, calzini, candeline spente, caffè bevuti. Quanti giorni sono passati dall'ultimo primo gennaio? Trecento più sessanta più cinque. Ma a me sembrano di più.
È tempo di buoni propositi. Quei buoni propositi che ogni anno ricevono il mio disprezzo che non riesco a mantenere che mi dimentico di aver detto scritto pensato. Ci proviamo anche quest'anno?
Buon proposito uno, quello stupido pratico e fattibile: farsi twitter.
Buon proposito due, quello del bacio perugina che il trentun dicembre scarto (quasi) sempre: l'amore è la saggezza dello sciocco e la follia del saggio.
Buon proposito tre, quello a lungo termine: ri- montarsi. Sono come un mobile dell'Ikea, che se lo smonti poi non riesci più a ri- assemblarlo. È tutto scomposto è tutto mescolato. Il mio metodo era scrivere numeri e lettere su ogni pezzo del mio armadio da portare da una stanza all'altra, da una casa all'altra, vediamo di fare lo stesso.
Ma tutto scivola come olio su vetro e ghiaccio che si scioglie al sole. Tutto scorre niente si ferma. Modifica e reinventa. Tutto è sole che mi nutre tutto è nebbia che mi copre la via. Tutto troverà la sua collocazione o verrà abbandonato. È tutto un bivio, chi si ferma chi prosegue chi gira a destra chi a sinistra. Non si torna indietro si può solo continuare a tirare quel maledetto dado. Cinque, due, uno, sei.
E poi ad un certo punto la mia vita divenne una questione di tempi. Tutti al momento sbagliato. La mia vita tornò ad un anno prima, cosi, improvvisamente, per poi essere sbalzata di nuovo un anno in avanti.
Un altro anno è iniziato. Con bollicine, troppe, e occhi frizzanti. Distribuisco baci. Ci sono assi di legno per lunghi tavoli, assi da stiro per le camicie che non stirerò e assi nella manica.

È tutto sul tavolo, è tutta da giocare questa vita.

Combattere battaglie che non posso vincere e prendersi impegni-non-impegnativi. È il tempo delle troppe parole non ricordate che si coprono con un sorriso.
Piccole dosi, il segreto dovrebbe essere qui. Tutto a piccole dosi, poco, per molto. Desiderare prendere e lasciare. Ma non ne sono capace. Sono cascata di acqua e farfalle, vortice di profumi e parole.

Del resto, è solo la curiosità che mi fa svegliare la mattina. (Federico Fellini)
Del resto, non è solo la curiosità. Non solo.

Buon due mila e dodici, signori.