martedì 24 gennaio 2012

La bellezza ci può trafiggere come un dolore.



È mattina. Specchio. Dio. Come ogni mattina. Serve la mia tazza di caffè col cordino che profuma ancora di maestrale anche solo per rispondere a tua madre che come ogni mattina ha voglia di far conversazione. Pane con l'uva. Nella testa rimbombano melodie di violini. Ma sono violini e fuori c'è il sole.

Hai presente quando ti stai guardando, sei di fronte a te stessa, ti fissi tra gli occhi e il pensiero. Ti sfidi con quell'arroganza e fierezza di cui solo tu sei capace. E vedi esattamente chi sarai fra un pugno di anni. iPad e penna, sempre uguale dai tempi del liceo.
Ed è esattamente li che decidi di cambiar rotta. È lì che fai un passo di lato. Sei fuori dalla mia portata perché sei esattamente alla mia portata, razza di ragazzina già cresciuta. Ma ora mi sposto ed esco dalla tua vista. Vita tu non mi freghi.

È un mondo veloce che non ha tempo per raggiungere i sogni, è un mondo in cui non credere, credere è difficile anche solo nelle persone. Come si fa a voler vivere se questo è un mondo dove si può solo sopravvivere?
È passion che brucia le anime, sono pensieri inespressi e sogni da rincorrere. È tutto qui.
È la prospettiva di come guardi la vita, che cambia la vita.

Siamo solo noi con le nostre passioni.
Siamo soli.
A sfidare la vita.
Questo è tutto, signori.

Podeis destrozar todo aquello que veis,
porque ella de un soplo lo vuelve a crear.
La bellezza ci può trafiggere come un dolore diceva Thomas Mann.
È esattamente qui che voglio arrivare.

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