C’è gente matta che passa per le piste di Folgaria. Ma matta davvero. Di quelli matti che riescono anche a salvare le persone. Ma non solo portandole giù in toboga. Di quelli che salvano le persone a suon di birre e gin lemon bevuti. C'è chi dice che è uno zoo, chi li definisce persone dal cuore buono, chi passionari che viaggiano sotto un cielo di fiocchi di neve. Forse solo uno studio antropologico di quelli meglio riusciti dal creatore. Se sei diversamente abile a sciare, se sei liberamente impegnato, se sei gente che può miagolare via ponte radio, è casa tua. È un gruppo e una famiglia. Il nonno il maestro sapiente il divulgatore il pianificatore l'anima indispensabile - e non solo della festa – il segno degli occhiali la fracci delle nevi chi si infila in pini e chi in quelle maledette reti rosse chi prende residenza negli stanzini chi spernacchia da remote caverne via radio chi ci abbaia. Sono molti questi eterni ragazzi delle nevi. Ne passano molti davvero da più di quarant'anni. Se c'è il sole si va al noto. Se nevischia si va al noto. Se c'è freddo, al noto. Per la colazione, al noto. Per l'ultima birretta, al noto. Per i saluti di fine anno, al noto. Per campo base, al noto. Gentilezze e saluti e cordialità sempre e per tutti perché qui il sorriso è nel Dna. E la battuta sporca ragion necessaria. Questi ragazzi sono di buon cuore in verità, e dedicano alzate molto davvero molto presto nel mattino, kilometri in martinella e sorrisi a chi ruzzola tra le nevi troppo bagnate e boschi perdutamente vivi. Non bisogna mai dimenticarlo. Sono matti da legare questi ragazzi gatti mostri sorci porci delle nevi. Dovete stare bene attenti, perché vi salveranno. Ve la faranno sotto il naso tra un bicchiere vuoto e un palla di neve. E se non riusciranno ad arrivare sino alla profonda anima, a quello ci penserà il tramonto sulle montagne. Benvenuti in famiglia.
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