Ce l'hai anche tu quella
strana sensazione addosso? Quella musica che suona nelle orecchie?
S'era capito, d'altronde.
È come l'estate che finisce. Sempre, quella stronza. E fa spazio
all'inverno. Fa freddo, si gela anche il lago di Central Park. Dove
andranno poi quelle maledette anatre?
Il corpo è un
fottutissimo bugiardo. Ci inganna, ci trasporta, e ci riempe di
bugie.
Fino a quando tutto
crolla, il corpo rimane legato al tempo, la mente all'infinito. E nel
profondo, sappiamo, che il corpo poi fallisce sempre. Ma c'è una
cosa, badate, da tenere bene a mente.
Le nostre impronte non
sbiadiscono dalle vite che tocchiamo.
I nostri respiri tra i
capelli verranno a trovarci nei sogni.
Questa cosa del diventare
adulti, in verità non mi entusiasma. Nemmeno questo tirare le fila.
Perdo spontaneità
gratuita e guadagno irriverenze troppo costose. Ma ora arriva
l'inverno.
Ed il silenzio, dopo tutto,
è una bella sensazione. Mi apro alla chiusura. Mi creo con il
superfluo.
Devo, solo, difendermi.
Dal mondo. What we think, we become, diceva il Buddha.
È il momento. Di ricamare
la vita.
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