mercoledì 12 settembre 2012

Ritorno a settembre.



( questa vi basta come foto da settembremalinconia ? )


Questa mattina ho accompagnato quello splendore della mia nipotina di fronte alla sua nuova scuola. Il suo primo giorno di scuola. Cielo grigio, odore di afa non ancora bagnata, mamme semi indaffarate abbigliate da ufficio, uno di quei tipici giorni da catalogare come, appunto, primo giorno di scuola medio in cui ti accorgi che qualcosa sta iniziando. E qualcosa è già alle tue spalle. Se non fosse per la radio che trasmette ancora le hits che hai ballato (mezza) ubriaca sulla spiaggia per tutta l'estate, ti sembrerebbe di stare nello stesso mondo. Ma ogni anno, al contrario di ogni smemorata aspettativa, settembre ti cade sulla testa come una secchiata d'acqua dal quarto piano. Lo sguardo è assente come il più stupido borghese barboncino, boccheggi per il caldo cittadino a cui puntualmente non sei abituata, ti trascini i tic nervosi del più classico nervosismo da rientro, ti annusi la pelle cercando l'odore di sale, degli sguardi e dei baci che ti hanno sfiorato. Ho letto che per affrontare settembre qualcuno consiglia di aggrapparsi a qualcosa: “una promessa, un imperativo, un progetto, un cambiamento, un sogno. Per trovare la forza di rimettermi le calze, o almeno le scarpe” (sante parole). Ottimo, non c'è piano migliore, anche perché è quello che hai sempre fatto: indaffararti l'esistenza cercando qualche forma di salvezza per il rigido inverno (nemmeno fossi un orso). Poi c'è una cosa di cui bisogna, invece, disfarsi: dell'improbabilità che caratterizza le relazioni che strascicano verso settembre (sempre le sante parole). Non sto parlando dei pluri-rotolamenti notturni da spiaggia, o almeno non solo di quelli, ma anche dei legami stretti con troppa intensità durante il periodo estivo in questione. Le promesse che non dureranno e la preziosità di quegli istanti vanno salvaguardati con il più bel ricordo di cui sei capace, con la giusta malinconia e senza innescarti in quei meccanismi twitteriani e facebookkiani a te così cari. Perché poi, puntualmente, ritorneranno il prossimo anno come se nemmeno un secondo fosse passato. Dicono, poi, che nella vita ci siano sempre due versioni della stessa storia, dello stesso racconto o ricordo. Ma, forse, da dove vengo io, ce ne sono anche tre o quattro, di versioni. Di racconti, storie e ricordi sfioriamo il trilione. E non è detto che la tua, di versione, sia quella corretta. Anzi, il più delle volte è quella totalmente cannata. Il che contribuisce al caos interno ed esterno in cui ti ritrovi a settembre. Tutto chiaro, no? Forse, solamente, non mi ricordo più come ci si innamora, di persone e di luoghi. E l'epica condizione del vorrei-ma-non-posso mi tiene lontana da ferite (che non siano sotto i piedi) non richieste. Io, nel dubbio, continuo a ballare. Con tutti i capelli sul viso. E non m'importa se talvolta concedo giorni di ferie al mio cervello e ritorno ad avere i diciottanni che non ho mai avuto. È bellissimo.


difficile spiegare / è difficile capire se non hai capito già
(Vedi cara, Francesco Guccini)



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