lunedì 11 giugno 2012

GENERAZIONE CLASSICO, GENERAZIONE MAFFEI.

(credits: Cesare Ambrogi)



Centurioni, da far arrossire quelli (professionali o posticci) di fronte al Colosseo,
poeti con il capo cinto d’alloro che mescolano classiche citazioni a forme dialettali 
in prose linguistiche twitteggianti,
oratori di chiostri con lenzuola rubate al corredo matrimoniale della mamma e prosecchi nella destra.
Siamo in un normale (ultimo) giorno di scuola di un Liceo classico.
Loro sono (e noi fummo) i liceali classe terza, 
conosciuti anche come maturandi.
Volano uova, si riempiono palloncini d’acqua (e di farina) misto lacrime nascoste.
Si decantano fraseggi ciceroniani in slang giovane barra veronese barra veronesiano.

Non c’è ragion che tenga, la fine del Liceo rimane
questione epica.

Se poi hai fatto il Maffei (che non sarà il Berchet di Milano, ma è, punto) 
uscire da quel Liceo è un po’ come quel “e quindi uscimmo a riveder le stelle” come scrisse,
prima il signor D. affaticato da cotanti scalini infernali,
poi qualcuno di conoscenza stretta su un telone 4x4 appeso nel chiostro veronese 
al suo ultimo ultimo giorno di Liceo.
La maturità arriva puntuale anche quest’anno,
passaggio di vita e di epoca.
Chi non va fiero di quegli anni, 
si astenga dal momento malinconia.


#generazione classico
#generazione maffei.







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