lunedì 14 maggio 2012

Non abbiamo più occhi per guardare il mare.

(Stina Persson)

Siam tutti fatti uguale. Siam tutti fatti male. Pochi si salvano, quelli buoni, esistono davvero, lo sapevate? Io mi metto nel sacco, dei fatti male. Siamo tutti qui a costruirci una corteccia dal mondo, il dolore ci costruisce, capaci solo di affrontare il mondo a facciate e schienate. Le carezze non sono di questo mondo, non vanno di moda. Lamentarsi, scappare da ogni situazione, impegnati a fare dell’altro, ad essere lontano da dove si è, a parlare per riempire i silenzi. Il suono delle nostre parole ci affascina e ci ubriaca, una dipendenza di complessità grammaticali, una battaglia al linguaggio più forbito combattuta a sangue freddo.

Quando la mattina vi guardate allo specchio, come decidete la faccia che metterete quel giorno?

Abbiamo tutti una storia più bella da raccontare, un luogo dove scappare, un nuovo amico da cercare. Non ci basta più un cazzo di quello che abbiamo. E ci perdiamo dietro i muri costruiti da noi stessi. Non abbiamo più orecchie per ascoltare, non siamo più disposti ad imparare quello che la vita ci può insegnare. Non abbiamo più occhi per guardare il mare. I carcerieri di noi stessi, scrissi più di un anno fa. Secondo post. Sono ancora qua. Questo mondo fatto di bronci e cazzate, mi fa schifo. Stasera non ho parole buone per nessuno, nemmeno per me. Quella bionda che sa trasformarsi e diventare il cuore genuino che alcuni conoscono, è lontana. Lontana da me stessa, mi fa schifo pure questo. Questo mondo ha bisogno di sogni. Sogni che nessuno è più in grado di sognare. Questo mondo ha bisogno di nuove anime. Di istinto ed energia. Perché i film, in fondo, sono belli solo al cinema.

Mi distraggo e mi sospendo
sposto l’attenzione
per non prendere posizione.
La soluzione.
E per paura di perdermi, non mi appassiono.





1 commento:

  1. Mi spacca questo post, mi ci ritrovo, come ho scritto in un post qualche giorno fa... Maschere pirandelliane

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