martedì 13 marzo 2012

Dove dormono i gabbiani?

 


Il senso non ti abbandona, che sia il quarto o il sesto. Nemmeno i crampi. Quelli ai piedi perché nuoti con i piedi sbagliati, quelli al cuore. Non ho voluto ascoltare fino in fondo chi mi insegnava di principi ed idealismi, non era tempo per idealismi ed ortodossie. Era tempo di (in)seguire il vento. Ma poi ci sbatti. Addosso ai tuoi stessi principi e capisci che in verità non se ne sono mai andati. Siamo sempre lì, una giostra che gira a 40 nodi. Perdersi e ritrovarsi. Il principio sta all’intelletto come il sogno sta al cuore. Sono coppie. Come il re e la regina. Di quadri e di cuori. Un po’ come le anime. Perché, vedete, è una storia di anime, mi è stato insegnato. Che si incontrano perché alcune  sono fatte per trovarsi. Mi è stato insegnato e, vedete, c’è da fidarsi davvero questa volta. E non ci sarebbe nient’altro da aggiungere. Scappiamo dai sogni perché fanno paura, scappiamo dalla realtà perché bastona. Un cane che si morde la coda, insomma. Ma dove andiamo? Inseguiamo, zigzaghiamo, confondiamo. Chi con cosa non lo sappiamo con certezza. Riempirsi la vita fa sempre il suo bell’effetto. Ma poi, eccoli lì che ti aspettano come l’alba. Come le ciliegie a primavera. Come chiamarli? Sogni, fantasie, idee? Io imparo a chiamarla anima. I piccoli traguardi sono i ruscelli di questa vita, bisogna scorrerci dentro. Cedere alla corrente e farsi travolgere dall’acqua gelata. Poi arrivate al mare. Sempre. Riuscite a ricordarvi i bambini che eravate? Io faccio fatica. Fate uno sforzo, cazzo. Quei bambini stanno urlando, loro sanno che il sogno non va perso. Ma voi lo avete dimenticato e non riuscite a ricordarvi come. Quando lo avete dimenticato? Quell’anima va accudita e amata, un po’ come una donna. Ascoltata, ammirata, amata. È un laboratorio. È una promessa. Mantengo gli obbiettivi. Il primo raggiunto. Nel secondo c’è solo da fidarsi. Come suonava il terzo? “Buon proposito tre, quello a lungo termine: ri-montarsi”. Mantengo le promesse. Continuo a camminare la mia strada di ghiaia. Centodieci desiderosi e anime incontrate. Appunto e proseguo. Mi s-doppio e s-triplo. Tutto riesce. Non è un’autostrada, vuoi mettere il paesaggio? C’è il tempo per fermarsi e chiedere al sole come sta. Se è stanco o continuerà a sorgere. C’è il tempo per chiedere alla luna dove dormono i gabbiani. Dove dormono i sogni.

Tra vent'anni non sarete delusi delle cose che avrete fatto. Ma da quelle che non avrete fatto. 
Allora levate l'ancora, abbandonate i porti sicuri, catturate il vento nelle vostre vele, esplorate, sognate, scoprite.
- Mark Twain

 
 

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