Avete presente quando quello che avete dentro è troppo per essere affrontato dalle persone che avete attorno? Ne parlavo con la mia amica, stasera, lei con la A maiuscola, e in quella sera che arriva ogni quattro anni. Anni bisestili che portano rischiarate di cervella. E progetti su progetti. Quello che nascondi lì nel profondo, dicevamo. E lo proteggi, cazzo si se lo proteggi, perché fa male anche a te sentirlo uscire. Poi esce, ed esce sempre con la persona giusta, mai a caso o quando vuole. Lo sembra, ma anche se non lo sai, è sempre il momento giusto. Il problema è sempre quello che si porta dietro. Meglio, causa. Crolli. C’erano specchi rotti ovunque, e tagliavano come lame. E torni a proteggerlo, a nasconderlo. È troppo, troppo e basta per essere definito e affrontato. Quel troppo sei tu e riuscirà di nuovo. Perché, vedete, è la stessa logica dei fiumi di parole. Poi si impara anche a star zitti. Fiume di parole che sono il condimento per coprire il sapore vero. Quel sapore però è pieno, forte di un talmente che poi non potrai farne a meno. E allora preferisci non abituartici, per poi farne i conti. Le bugie servono signori, le apparenze, gli inganni e i disinganni. Serve tutto. È una giostra, sono i giochi dei maghi, sono acquari di acqua torbida, è un’alba con la foschia di novembre. È Vivaldi, semplice, no? E poi anche il tuo bel culo serve. Quello bello da guardare, intendo. Raccontarsi le balle, quelle da oscar, quelle davanti allo specchio del bagno quando torni e sei troppo ubriaco per sentire anche la tua voce che parla alle tue stesse orecchie. Anche quelle. Perché occuparsi di un mondo che va storto se è questa una vita di imprevisti? Potrei raccontarvi storie di uomini e di mondi ma oggi tutto è nero e tutto attorcigliato. Cosa vuoi che ti dica? Che ero innamorata come una ragazzina che s’innamora a sedici anni. E tutti, seppur a nostro malgrado, sappiamo cosa vuol dire. Quando è A con la maiuscola. Niente sogni per voi, niente favole della buonanotte. Solo testate al muro per smettere di usare il cervello. Stasera solo imprevisti e passi di lato. C’è tempo domani per tornare ad essere principesse.
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