Il Natale, quello tutto montagna e sciate e famiglia allargata, quello bello quello da cinquanta e più, è finito. È rimasta solo la famiglia e gli aperitivi per gli auguri, le colazioni per gli auguri, i pranzi per gli auguri, le pre-post-cene-incontri-rincontri dio-è-troppo-che-non-ci-si-vede-vediamoci-per-natale-dai. Si dai, aiuto. Rimane solo una gran pancia qui. Da bianchetti e cotechini. Che poi io il cotechino non credo di averlo mai mangiato, è l'odore che me lo impedisce. Magari un giorno a Natale avrò il raffreddore e cambierà tutto. Il mio Natale non è proprio un gran che di divertimento, sapete. I regali arrivano con Santa Lucia e il Babbo fino a dieci anni probabilmente nemmeno lo conoscevo, era solo un vecchietto simpatico tipo una gattara al maschile con le renne al posto dei gatti. Poi invece, è rimasto sempre il vecchietto barbuto. Fine della storia. Il Natale era sciare con i cappelli da babbi con i cugini ed andare a vedere il derby di hockey sul ghiaccio a Santo Stefano. Ora si ci sono le bevute festive che portano sempre allegria e gli appuntamenti fissi con amichette che riempono il cuore di bontà, ma il Natale attorno ad un tavolo è limitativo. Voglio la neve. Dai, quest'anno mi attrezzo con il cannone spara-neve o alla peggio, dopo il presepe-minimal-cartonato, faccio un presepe d'altura con polistirolo al posto del muschio. Ecco poi che mi ritrovo a parlar di Natale il venticinque di novembre quando a Natale manca ancora un mese. Il problema sono le pubblicità dei Ferrero Rocher che iniziano puntualmente il quindici novembre, l'albero della Bauli che toglie la corrente ai lampioni di Porta Nuova e le amiche ansiose che annoiate da domeniche casalinghe fanno già gli alberi e nel giro di un mese ne fanno altri tre addobbando casa come una piccola dimora svedese. Ecco che puntualmente in questo periodo odio il Natale e poi verso il venti rincretinisco e tutto è bello tutto è buono tutto è bianco. Arriva Santa Lucia - anche se sarebbe il caso di smettere di scrivere le letterine e di farsi i regali da sé per averne uno in più -, apro ufficialmente la stagione sciistica, il primo gennaio ore nove sono tradizionalmente sulle piste e torno ad essere la bambina felice di un tempo. Faccio le mie tradizionali cartoline d'auguri e sono per alcuni giorni una persona buona.
C'è ancora tempo per la malinconia canaglia, per ora continuo ad odiare ancora un po' il Natale che arriva.
Nessun commento:
Posta un commento