mercoledì 25 maggio 2011

Stasera a teatro. Compagnia Teatrale La Pajeta.



Sono bravi. Molto bravi. Sono amici, anche. Passione, amicizia, condivisione di battute e caffè. Teatranti sono teatranti. Attori sono attori. Ragazzi sono ragazzi. Scrittori anche, dei loro stessi copioni. La compagnia La Pajeta nasce così. Nella bella Verona, usciti da un Liceo Maffei dove il corso di teatro frequentato negli anni era ancora troppo vivo per essere solo che un ricordo, ne parlano, si incontrano come era oramai abitudine, una birra, una parola, due parole, un discorso, una realtà. Cominciano a inventare, poi a scrivere. Una sedia qui una parrucca là ed ecco che nasce il primo spettacolo. C'è stoffa, si vede. Ci si lavora su, si chiede l'aiuto del vecchio amico maestro Andrea per stendere la prossima sceneggiatura, il fratello in cassa agli spettacoli, la mamma il supporto sempre presente, un amico alle luci, un altro all'audio, gli altri tutti presenti alle prime. E anche alle seconde. Pure i professori di un tempo. Le risate sono molte, moltissime. Sono bravi, sì lo sono davvero. C'è chi studia in città, chi fuori città, chi lavora già, chi in Italia torna per questo. Il tempo per le prove continuano a trovarlo, e gli spettacoli si susseguono. Uno, due, tre, quattro. Il gruppo si ingrandisce, non è solo una passione. Un vero impegno, un vero progetto. Li incontrate in antichi cortili, in teatri di città e di provincia. Si impegnano per farsi conoscere, si impegnano per migliorare sempre. L'ultima fatica s'intitola Hotel-ma. E ci stanno riuscendo. Una realtà lo sono oramai, e non hanno intenzione si smettere.

Teneteli d'occhio questi ragazzi. Tra una parrucca, un velo di cipria, un vestito del cassone della nonna non c'è solo passione, c'è l'essenza del recitare. Creare, divertirsi, gocce di sudore, acuti parole e inchini. Teneteli d'occhio questi ragazzi.




 
Compagnia Teatrale La Pajeta

Matteo Corcioni, Marco Catapano, Pietro Righi, Pietro Giovanni Trincanato, Chiara Bonaconsa, Margherita Palumbo, Valentina Zanferrari, Beatrice Oppici, Francesco Oppici, Giulia Bovi, Giovanni Tomelleri.


Un grazie doveroso anche a Alvise, Francesco e Tommaso.








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