sabato 16 aprile 2011

ARTE. Tu sei l'estraneo.

Prossimità e distanza, vicino e lontano, intimo e sfacciato. Dentro o fuori. Senza mezzi termini, o sei dentro o sei fuori. In quel mondo che Julião Sarmento vuole a noi raccontare. Se capisci, sei coinvolto, se non capisci vuoi scappare.
Un’esposizione che si sviscera in quattro stanze. Prima una poi l’altra poi di nuovo la prima poi sei perso. C’è una scarpetta di cristallo circondata da specchi, cerco cenerentola. C’è una parete buia un corridoio non più largo di cinquanta centrimeti in cui infilarsi da una parte ti appoggi con la spalla e sfiori la parete cercando la via dall’altra uno schermo che proietta un video di cui riconosco solo qualche contorno e il cui suono mi disorienta, non capisco e mi disoriento.
Scusi, per la terrazza? Ascensore ultima pianta le scale non esistono. Grazie.
Diluvia, una guardia ti dice che nella piccola stanza bianca dove appena si riconosce una maniglia bisogna entrare uno alla volta. Aspetto. È il mio turno, apro, entro. Non ho davvero idea di cosa mi aspetti. Miglior non-preparazione poteva esistere nell’intento dell’artista.
Una ragazza accende uno stereo, musica blues balla da sola. Minuti. Il ragazzo seduto sulla sedia la guarda. Minuti. Poi si alza e balla con lei. Movimenti sensuali. Abbracci carezze mani sui fianchi mani sul viso. Due corpi che divengono uno. Minuti. Finisce la musica.
Intimo.
E tu sei l’estraneo.
Vuoi scappare ma non puoi fai finta di leggere il depliant illustrativo poi guardi lei guardi lui non vuoi essere complice nemmeno dimostrarti non all’altezza dell’intento dell’artista. Ma non vedi comunque l’ora che quella dannata musica blues finisca.
Concetto di privacy. Che tu hai violato. Bang! Centrato in pieno.
Tu sei un estraneo in un mondo che non è tuo, sei un voyeur costretto ma non puoi fare a meno di non guardare. Ti concentri sul vestito a fiori di lei, sulla barba di lui. La schiena ti si scalda e le guance ti si arrossano. Sguardi fissi e sguardi sfuggenti ma comunque non sai dove guardare. Ti senti in più. Guardi lei guardi lui guardi la loro complicità. E ne sei invidioso per un momento. Vorresti avere le stesse mani che ti sfiorano. Poi ritorni agli sguardi sfuggenti e fissi lo stereo implorandolo che si spenga in quell’istante.
Finisce la musica. Sei libero di andare. Scappi. Fuori continua a piovere. Respiri l’aria bagnata. Sei di nuovo nel tuo mondo. Ma hai rubato un pezzo del loro.
Julião Sarmento con il gran finale ha guadagnato davvero molta della mia ammirazione.


Julião Sarmento
Distancias cortas / Close distance
3 abril – 5 junio 2011
La Casa Encendida, Madrid.






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