mercoledì 22 agosto 2012

IL RITMO DELLA VITA





Ogni volta la stessa storia. Una vita di incontri in mare e sguardi notturni. I bei vestiti dimenticati nell’armadio e acqua salata in gola. Non c’è nemmeno più bisogno di condire l’insalata. È lo sguardo sul mondo che cambia e ti rende la persona che sogni di diventare. Io la vita la prendo così. Dove le pause sono respiro e la quotidianità invernale un sonno perpetuo. È il mio callo. Questa è casa mia. Vado per restare, parto per tornare. Ogni volta la stessa storia, di quel vento come medicina. Sono i tagli sotto i piedi che ti rendono più bella, sono le ore per mare che ti insegnano a affrontare la vita con la pancia. È già malinconia. È l’estate che non finisce, ma già vive di ricordi. I calli sulle mani sono abbastanza duri, l’abbronzatura da giubbetto è abbastanza impressa come inchiostro, i tagli sotto i piedi sono abbastanza taglienti da restare ancora per qualche mese. È, quasi, ora di tornare. È una storia di pancia e problemi non affrontati. C’è chi ti insegna che le barche hanno un’anima e il nano che ti abbraccia quando hai la giornata storta. C’è chi ti toglie la spina di riccio sotto il piede e chi, per quel sentiero dove non passa nessuno con qualche birra di troppo, ha un sorriso per te. Di quelli che partono da dentro. E poi c’è  chi quella mattina doveva perdere l’aereo. Perché sotto questo cielo di Sardegna, dove ci sono tutte le stelle che non hai mai visto, poteva scrivere moltissime altre storie. È questo mare che scandisce il ritmo della vita. Un po’come il reggae. Lascerò, alla mia maniera, decidere al mare.