C'è un posto in Sardegna che è casa. C'è un posto in Sardegna che è famiglia. Il Levante riempe i polmoni di aria ossigeno ed energia. È una ricarica. Dove le ore di riposo sono inversamente proporzionali alla carica che ti regala. Non c'è niente da fare. È così. Qui si viene d'estate qui si va in barca a vela qui ci si fanno i lividi, è un centro nautico in fin dei conti. Qui si fa aperitivo col tramonto e il rumore del mare si vedono passare persone e storie. Da sabato a sabato. Ci si costruisce il proprio ruolo si legano relazioni temporanee baci occasionali amicizie estemporanee. Ci si studia ci si incontra. Si insegna si impara. A ritmo di virate strambate traballanti scuffie imperanti. C'è chi passa chi si ferma chi è famiglia chi è qui e basta. C'è il Patu tenebroso c'è la Luci la maestra c'è la cambu che di tutti sa la maggi di qua e di la il rasta dal cuore tenero Ennio il surfista genovese il toro il bello il francese e la francese il cuoco che una parola buona per tutti ha la vecchia guardia del presidente e vice il felappo e la tortellina. E gli istruttorini che son bravi e fanno wake e fanno festa al pollo e il gabbiano e il biondo e la bionda e il piotre e il perizoma di paolino e il michi e capitan barbossa e nederlands family. E gli assenti alla riunione del mattino e il pic nic nautico del giovedi e i timoni affondati nel pozzo e la mamma del patu che rattoppa le vele. Una manciata di teenagers a tavola mangia quei quattro piatti di pasta cada uno c'è il nerd la bella il furbo il figlio di papà. Guardie e ladri e regate di barchette nelle giornate di maestrale difficile. Ne passano tanti, tanti davvero di ragazzi, poi arrivano quelli un po' più grandi e lì scopri che al levante li troviamo con il lanternino, come dice qualcuno, davvero. Chi sente l'insalata gridare chi beve caffè ad ogni ora chi canta in laser per tenersi compagnia chi fa sopravvivenza con due nodi di vento chi è bravo chi un po' meno chi chi chi. Il pane carasau e l'uomo pila e la doccia in spiaggia e la spiaggia bagnata e il pontile e il body tequila e la comandata e il non voglio alzarmi alle sette e mezza e il mekong e il gatto e il gatto e il topo e l'anatra fiocco. La coluccia i delfini che entrano a giugno e a settembre, liscia e il pollo. Chi mangia lo yoghurt e chi lo beve chi lecca la linguetta chi no chi la pulisce con il cucchiaino chi porta le ciabatte chi le porta in mano chi non le porta. Chi racconta storie improbabili di naviganti dispersi chi crea nuove storie chi storie ancora non ne ha.
C'è chi torna e chi non torna. Semplice. Io sono al quinto.
E poi c'è il maestrale, che sempre entra regolare. E il mirto. E gli arrivi in lasco spiaggiati con il kat e cazzo abbiamo rotto due fiocchi una randa due timoni e disalberato un easy. Domani è un altro giorno. Le uscite in flottiglia chi va a scogli chi sulle derive prende residenza.
Qui le storie si incrociano si raccontano si sfilano si intrecciano. Ci si tinge i capelli di blu ci si traveste ci si spalma la crema. E intanto si fanno nodi. A colazione ci si racconta del mirto della sera prima a pranzo si conta l'ultimo livido a cena si raccontano le avventure giornaliere. E il tabu e la spiaggia di mattina di pomeriggio di sera di notte. Chi disalbera presentando l'esercizio del trapezio chi festeggia il compleanno ogni anno e radioline in regalo chi suona la chitarra chi fuma una sigaretta dietro l'altra chi si riposa sulle amache chi ci si abbraccia chi ci dorme perché non arriva alla tenda chi le rompe e chi le ripara.
È famiglia. È casa. Arrivi cancelli i pensieri cancelli i ricordi. E vivi. Occupi la testa riempendola di mare vento e storie. Passano le ore passano i giorni e quando torni niente è scontato niente è convenzionale niente è abitudine. Ve l'ho detto, è ricarica. Arrivi stacchi e riparti. Un altro mondo un'altra realtà. Dove le regole le tue regole non esistono. Persone buone passano per questo posto persone speciali e meno speciali ma sempre vite e storie dalle quali imparare.
Si respira bene. Qui.
Chiudi gli occhi. Lo senti il vento cantare?